
Statistiche Matrimonio e Divorzio in Italia
L'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) ha diffuso il 12 luglio 2012 i risultati di una ricerca condotta sullo stato dei divorzi e delle separazioni in Italia.
I dati raccolti e successivamente elaborati riguardano ogni singolo procedimento concluso dal punto di vista giudiziario (presso 165 tribunali civili in tutta Italia) nell'anno di riferimento, il 2010.
I dati raccolti permettono di aggiornarne sia l’evoluzione temporale dei fenomeni sociali (matrimonio, separazione e divorzio), sia di monitorarne le seguenti caratteristiche specifiche: la durata dei matrimoni e l'età dei coniugi alla separazione, il tipo e la durata dei procedimenti, il numero di figli coinvolti e l'affidamento di quelli minori.
Dall’analisi del report statistico divulgato e relativo all’anno 2010, si focalizzano qui alcuni aspetti ritenuti significativi.
Aumento delle separazioni rispetto ai divorzi
Il numero delle separazioni in Italia, nel 2010 rispetto all’anno 2009 sono aumentate del 2,6% mentre il numero dei divorzi segna un calo dello 0,5%. In totale nell’anno 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160. Si rileva anche che al Nord le separazioni sono più frequenti, mentre al Sud crescono di più. A livello nazionale rimane però in continua crescita l’instabilità delle unioni matrimoniali.
Trend del fenomeno delle separazioni e dei divorzi
Entrambi i fenomeni sociali della separazione e del divorzio sono in crescita continua. Mediamente, nell’arco di quindici anni, sono infatti quasi raddoppiati sia il numero delle separazioni, che dei divorzi. Nel 2010 rispetto ad esempio al 1995 si hanno i seguenti dati: nel 1995 ogni 1.000 matrimoni si registravano 158 separazioni e 80 i divorzi, nel 2010 si arriva a 307 separazioni e 182 divorzi.
Qual è la durata media del matrimonio in Italia?
Quindici anni è la durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento per le separazioni e 18 anni per i divorzi. Si evidenzia anche il fatto che i matrimoni recenti durano sempre meno.A che età ci si separa o si divorzia?
I quarantenni si trovano nella fascia di età media dei separati e divorziati: l’età media dei mariti al momento della separazione è 45 anni e quella elle mogli 42. Per i divorzi, invece, l’età media si allunga di due anni: 47 per i mariti e 44 per le mogli. Si noti anche che l’età rispecchia il fatto che ci si sposa in età più adulta e che sta emergendo anche il fenomeno dell’aumento delle separazioni tra coniugi ultrasessantenni.
Quale tipo di procedimento viene maggiormente scelto per separazione e divorzio?
Il procedimento legale consensuale è quello maggiormente scelto tra i coniugi sia per le separazioni che per i divorzi. Nell’anno 2010 si sono chiusi con procedimento consensuale la maggior parte delle cause: l'85,5% delle separazioni e il 72,4% dei divorzi. Il procedimento legale giudiziale sia delle separazioni che dei divorzi è decisamente inferiore (14,5%) ed il fenomeno riguarda maggiormente il Mezzogiorno (21,5%) e si rileva di più nel caso in cui entrambi i coniugi hanno un basso livello di istruzione (20,7%).
Quale incidenza ha la presenza di figli nelle separazioni e nei divorzi?
I casi di coppie con figli nati durante il matrimonio nel 2010 che si sono separati sono stati il 68,7% delle separazioni mentre quelli che si sono divorziati sono stati il 58,5% dei divorzi . In metà delle separazioni e in un terzo dei divorzi è coinvolto un figlio minore. Nei casi di separazione, il 56,7% dei figli affidati è un minore e ha meno di 11 anni. Nei casi di divorzio i figli sono generalmente di età più grande e la quota di quelli di età sotto gli 11 anni scende al 34% del totale.A chi sono affidati i figli dopo la separazione e il divorzio?
Il 2010 ha segnato la modalità dell’affidamento condiviso come scelta prevalente: nell’89,8% dei casi di separazione, infatti, i figli non sono stati affidati esclusivamente alla madre, ma in modo condiviso ad entrambi i genitori come previsto nella legge 54 del 2006.Qual è l’importo medio dell’assegno di mantenimento e chi lo paga?
Nelle cause di separazione vengono stabiliti dal giudice i provvedimenti di natura economica a favore sia del coniuge ritenuto economicamente più debole sia dei figli: questi due contributi (comunemente detti assegno di mantenimento) sono tra loro indipendenti e cumulabili. L’assegno di mantenimento viene previsto nel 20,6% delle separazioni e nel 98% dei casi spetta al marito corrisponderlo mensilmente. L’importo medio dell’assegno di mantenimento è più alto al Nord (520,4 euro) rispetto al resto del Paese (447,4 euro), ma il numero degli assegni è molto più elevato al Sud rispetto al Nord.Fonte dati e immagini: istat.it
