Approvato il divorzio breve

Con 398 voti favorevoli, 28 contrari e soltanto 6 astenuti, il 22 aprile 2015 è stato approvato in via ufficiale dalla Camera dei deputati il Disegno di legge sul divorzio breve, che riduce le tempistiche delle separazioni consensuali da 3 anni a 6 mesi e quelle delle separazioni giudiziali a massimo 12 mesi.

Una vera e propria svolta sulla tematica del divorzio giunta dopo quasi mezzo secolo di battaglie e rinvii tra chi considera sbagliato interpretare il matrimonio come un semplice “contratto light stracciabile agevolmente anche in presenza di figli minori” e chi di contro associa la nuova manovra ad “un grande passo verso la civiltà europea”.

La storia
Prima di poter effettivamente parlare di divorzio breve anche in Italia abbiamo dovuto assistere al susseguirsi di pesanti scontri tra favorevoli e contrari, partendo dal 1800, quando nel Codice di Napoleone si è dimostrata una certa tolleranza verso lo scioglimento dei legami civili, ed arrivando fino ai giorni nostri.

Nel frattempo si sono visti scorrere i netti rifiuti post unità nazionale nei confronti delle separazioni coniugali da parte della Chiesa, la direttiva del 1902 proposta dal governo Zanardelli (ma mai approvata) per l’accettazione del divorzio in caso di adulterio, lesioni al partner o gravi condanne e la grande protesta a favore dello scioglimento matrimoniale cominciata negli anni Settanta.

Proprio in questo periodo partono anche le prime vere ribellioni della Lega italiana e dei radicali che, forse sulla scia del contemporaneo progetto di legge presentato dal socialista Loris Fortuna, scelgono di manifestare pubblicamente il dissenso percepito nel tentativo di cambiare una situazione ormai da troppo tempo considerata come retrograda.

La svolta
Anche se nel dicembre del 1970 radicali, comunisti, socialisti, repubblicani e liberali approvano la nuova legge sul divorzio Fortuna-Baslini, i cattolici e gli antidivorzisti chiedono subito un referendum per il suo annullamento che viene, tuttavia, scartato grazie ad un quasi 60% di voti sfavorevoli all'abrogazione.

La prima formula di divorzio breve in Italia viene ufficialmente introdotta solo nel 1987, quando, a livello nazionale, si decide di approvare una riforma che riduce i tempi della separazione da 5 a 3 anni, ed oggi, dopo quasi un trentennio senza alcuna modifica della normativa, assistiamo alla seconda grande svolta che cambia ulteriormente le regole dello svincolo coniugale.

Le novità
Come già anticipato, la nuova legge sul divorzio breve approvata lo scorso 22 aprile, apporta dei cambiamenti riguardanti soprattutto le tempistiche entro cui i coniugi possono ritenersi liberi dal vincolo matrimoniale: il termine massimo scende infatti a 6 mesi per le separazioni consensuali ed a 12 mesi per le separazioni giudiziali a prescindere dalla presenza o meno di figli.

Un'altra importante novità riguarda la comunione dei beni, dalla quale oggi ci si può svincolare quando viene sottoscritta la separazione consensuale o nel momento in cui il giudice autorizza gli ex partner a vivere divisi. Infine va poi ricordato che le ultime disposizioni sul divorzio breve impongono la sua operatività anche per i procedimenti già in corso.